La storia
Spazionovecento e la musica a Cremona
di Gabrio Taglietti (da MusiCremona, ed. ETS, Pisa 2013)
Il Gruppo Musica Insieme e Spazionovecento sono entità strettamente legate tra loro, poiché l’ensemble cremonese è stato fin dall’inizio il responsabile organizzativo della rassegna concertistica, organizzata in convenzione con il Comune di Cremona e per alcuni anni con l’Amministrazione provinciale. Il gruppo esecutivo e la rassegna concertistica sono inizialmente quasi indistinguibili, e la cronologia può essere così delineata: il Gruppo Musica Insieme nasce nel 1973 per iniziativa di un gruppo di musicisti cremonesi, fra cui in particolare la pianista Mariagrazia Bertocchi, il violista Wim Janssen (suo marito, olandese di origine) e il clarinettista Mario Vitale, di origine napoletana ma residente a Cremona da alcuni anni. Nel biennio 1976-77 il Gruppo organizza una lunga rassegna di musica da camera denominata “Musica e città” e dal 1979 tiene una serie di concerti di musica contemporanea, tuttora attiva, che dal 1983 prenderà il nome di Spazionovecento.
Come diceva il testo programmatico con cui il Gruppo si presentava al pubblico, «scopo del Gruppo Musica Insieme è quello di divulgare la musica da camera classica e contemporanea tentando, attraverso il diretto contatto esecutore-fruitore, di istituire un nuovo rapporto che implichi da una parte la più cosciente partecipazione del pubblico a tutti i livelli, dall’altra una maggiore integrazione dei contenuti del messaggio musicale con la problematica della cultura e della realtà» (su «La Provincia» del 11.1.75). In sostanza, l’iniziativa partiva da due premesse innovative: da un lato impostare un lavoro sulla musica d’assieme in una prospettiva paritaria e non individualistica, dall’altro (e in parallelo) sviluppare un’idea di autogestione dell’attività concertistica sostanzialmente diversa dalle modalità tradizionali di organizzazione. L’antiindividualismo dell’aspetto esecutivo (fare musica insieme) corrispondeva al rifiuto del concerto come spettacolo calato dall’alto, concependolo invece come esperienza condivisa con il pubblico. Il carattere innovativo dell’iniziativa non era del resto solo sulla carta, era nei fatti e abbastanza chiaro: su «La Provincia» del 18.9.73, recensendo il concerto di presentazione del gruppo a Palazzo Cittanova, Elia Santoro scrive: «Il mondo della musica ha bisogno di rinnovarsi e il complesso strumentale ha tutta l’intenzione di manifestarlo in pratica», e coglie l’implicita posizione alternativa nei confronti del pubblico tradizionale quando segnala che «erano tutti giovani che affollavano […] il Cittanova. Naturalmente gli appassionati della ‘Concerti’ si contavano sulle dita di una mano». Anche qui si sta preparando quella ‘rivoluzione dolce’ che caratterizzerà in modo decisivo la vita musicale cremonese degli anni successivi.
Dalle idee sopra citate derivarono alcune delle iniziative che caratterizzarono le prime esperienze del Gruppo Musica Insieme: le ‘prove aperte’ e le ‘lezioni concerto’; le prove non sono più una cosa da nascondere agli ascoltatori, ma da far conoscere per poter meglio entrare nell’opera e per capire come l’interpretazione nasca da un lavoro molto concreto, mentre la lezione-concerto tende a porre l’ascoltatore in una posizione di maggiore responsabilità: l’ascolto consapevole come strumento di reale partecipazione. Chiaramente le idee che animavano i giovani musicisti cremonesi nel 1973 risentivano del clima che si respirava in Italia in quegli anni, e in particolare a Milano, dove studiavano sia Mariagrazia Bertocchi sia Wim Janssen. Erano gli anni del Quartetto Italiano, gli anni in cui Pollini proponeva alla Scala le musiche di Luigi Nono, gli anni in cui Abbado e l’orchestra della Scala suonavano nelle fabbriche. Anni di grande democratizzazione della musica, secondo un’idea di riappropriazione della cultura che andò in parallelo con un grande aumento nella domanda di musica: in quegli anni si moltiplicarono i conservatori, vennero ovunque aperte nuove scuole di musica (non a caso anche a Cremona). Dopo aver svolto per alcuni anni un’intensa attività esecutiva in l’Italia e all’estero (specialmente in Svizzera), fra l’aprile del 1976 e il febbraio del ’77 il Gruppo Musica Insieme propose un’ambiziosa serie di concerti a Cremona, in collaborazione con l’Assessorato Cultura e Istruzione del Comune.
La volontà di agire anche politicamente (in senso lato, o forse proprio in senso stretto!) sul rapporto fra la società e la musica si esprimeva chiaramente anche nel titolo di quella prima rassegna, organizzata nella sala di Santa Maria della Pietà: “Musica e città”. Molti ricorderanno il logo di quella prima rassegna, ripetuto poi per molte iniziative dell’ensemble cremonese, un logo ricavato da un’originalissima partitura di Stockhausen e che sottolineava la ‘novità’ della manifestazione. I programmi spaziavano nelle epoche e nelle formazioni, dal Barocco ai giorni nostri: Bach, Telemann e Loeillet si alternavano a Dallapiccola, Castiglioni e Donatoni; Stravinskij e Schönberg si confrontavano con Beethoven e Brahms. Il nucleo storico si allargava a nuove collaborazioni (ricordiamo in particolare Omar Zoboli, Antonio Pellegrini, Paolo Beschi, Leonardo Colonna), mentre si stabilizzava la collaborazione col direttore Giorgio Bernasconi, che assumeva nel gruppo la figura di primus inter pares. Nel 1977-78 il Gruppo Musica Insieme partecipa alla rassegna organizzata al teatro Filo dalla Società concerti con la nuova convenzione con l’Amministrazione provinciale, cominciando a specializzarsi sempre più nel repertorio contemporaneo, e nel 1979 organizza autonomamente, in collaborazione col Comune, una prima “Rassegna di musica nuova”.
Le lezioni-concerto diventano un’abitudine: a Cremona cominciano a diventare di casa i nomi di Gilberto Bosco e di Gianfranco Zaccaro che spesso introducono le esecuzioni, mentre una serie di miniconvegni discute di temi culturali di attualità. Un dibattito su “Associazionismo e musica colta” si sviluppa in collaborazione con l’ARCI, mentre in collaborazione con la Cooperativa Controinformazione si sviluppa un dibattito su “Dieci anni di musica a Cremona”. Vengono presentate musiche di Berio, Castiglioni, Hoch, Donatoni con una prolusione di Zaccaro, mentre lo stesso Zaccaro e Gilberto Bosco conducono l’incontro con gli autori (Bosco, Taglietti, Tutino e Di Lotti). L’esperienza ha successo e si ripete l’anno dopo: insieme alla presentazione del secondo disco del gruppo (Schönberg, Webern, Busoni e Debussy) si organizza una tavola rotonda con concerto attorno a Hanns Eisler e al tema dell’impegno (con Franco Fabbri e Luca Lombardi), Armando Gentilucci viene a presentare il suo libro Oltre l’avanguardia: Un invito al molteplice, e naturalmente si svolge una serie di concerti che culmina nella serata con Cathy Berberian con il Recital I di Luciano Berio e il Combattimento di Tancredi e Clorinda (con la partecipazione di Stefano Ginevra). Mentre il gruppo prosegue la sua attività concertistica (la collaborazione con la Berberian lo porterà a esibirsi in sedi di grande prestigio, registrando per radio e televisioni di tutta Europa) prosegue l’impegno di organizzazione musicale, anche se il rapporto con Cremona si allenta un po’.
Nel 1981 una terza rassegna di musica contemporanea si svolge a Milano, nel 1982 c’è una pausa di riflessione, nel 1983 viene organizzata di nuovo a Cremona la quarta edizione e appare finalmente il nome di Spazionovecento. L’impianto della rassegna è simile a quelle delle precedenti edizioni con una partecipazione quasi esclusiva del Gruppo Musica Insieme ma senza più tavole rotonde. I concerti vengono sempre preceduti da presentazioni e hanno una forte vocazione tematica. Ricordiamo in particolare un concerto sugli impressionisti (presentazione di Nino Albarosa), uno dedicato a Dallapiccola e Petrassi (presentazione di Zaccaro), un concerto con i giovani compositori, uno dedicato a Berio con la presentazione di Lorenzo Arruga e infine l’esecuzione della Sonata per due pianoforti e percussione di Bartók con Mariagrazia Bertocchi e Olga Scevkenova.
Già col 1983, però, l’attività ‘esterna’ del Gruppo Musica Insieme inizia un po’ a ridursi. I tempi sono cambiati, forse inizia a manifestarsi quell’inversione di tendenza che porterà a una perdita di interesse nei confronti della musica contemporanea. Tra l’altro quell’anno muore improvvisamente Cathy Berberian, che negli ultimi anni era stato l’elemento trainante dell’attività concertistica del gruppo. Inoltre Giorgio Bernasconi decide di proseguire da solo la propria esperienza musicale, pur mantenendo inalterato il rapporto di amicizia. Prosegue comunque a pieno ritmo l’attività di Spazionovecento, che è ormai una realtà saldamente radicata e riconosciuta a livello nazionale. Molti concerti vengono registrati da RadioTre, e il Gruppo Musica Insieme, pur mantenendo una partecipazione centrale nella rassegna, non è più il quasi esclusivo protagonista. Molti sono i musicisti, solisti e gruppi, che in questi anni sono stati ospiti della rassegna musicale cremonese e hanno collaborato più o meno direttamente con i Gruppo Musica Insieme: ricordiamo Marco Fornaciari, Antonio Ballista, Antony Pay, Luisa Castellani, Gabriella Ravazzi, Sonia Turchetta, Gastone Sarti, direttori quali Pietro Antonini, Emilio Pomarico, Sandro Gorli e Andrea Molino, musicisti ospiti quali Roberto Fabbriciani, Giancarlo Cardini, Alide M. Salvetta, Enzo Porta, Dorothy Dorow, Siegfried Palm, Pierre Pierlot, Roberto Gini e Laura Alvini, il Concerto Italiano con Rinaldo Alessandrini e Fabio Biondi, Bob van Asperen, il Quartetto Keller, Paolo Poli, Il Giardino Armonico (Giovanni Antonini), il Quartetto Kronos, Het Trio (con Harry Sparnaay).
Come si può dedurre da certi nomi, Spazionovecento ha ogni tanto aperto finestre di interesse nei confronti del Barocco, ma lasciando sempre al centro della propria attenzione la musica dell’ultimo secolo: ricordiamo il Kammerkonzert di Berg, Oiseaux exotiques di Messiaen, Melodien di Ligeti, moltissime prime esecuzioni. Oltre ai più ‘titolati’ Berio, Donatoni, Manzoni, Petrassi, Sciarrino, anche i nomi di Luca Francesconi, Ivan Fedele, Carlo Galante, Ada Gentile, Dario Maggi, Gianni Possio, Alessandro Solbiati e tanti altri diventano familiari al pubblico cremonese, e vengono in Sala Rodi o a Palazzo Cittanova a presenziare alle esecuzioni. Nel suo piccolo, Cremona diventa un centro importante per la musica contemporanea. La grande rilevanza del Gruppo Musica Insieme sta nella capacità che ebbero i suoi fondatori di instaurare rapporti vivaci e di grande apertura con molti personaggi di diversa esperienza e di differente campo specialistico.
Ma a livello locale, per la città, la caratteristica più importante del gruppo fu la capacità di fare incontrare e valorizzare i giovani interessati alla musica chiamandoli a collaborare in vari ruoli: da Roberto Raja e Carlo Torresani a Fabio Milana, a Marco Ramoni, esecutori come Armando Melegari, Alessandro Arigoni, Adelmo Mafezzoni, Antonio De Lorenzi, Francesca Garbi, Alberto Belli e Mauro Moruzzi, direttori come Paolo Rossini, compositori come Roberto Solci, Gabrio Taglietti e Giuliano Ghirardi. Non pochi i musicisti provenienti dai corsi di perfezionamento dell’Accademia Stauffer: Carlo Feige, Paolo Ghidoni, Antonio Mastalli, Marco Decimo, Relja Lukic, Claudio Pavolini. Nel 1990 anche Mario Vitale esce dal Gruppo Musica Insieme e da Spazionovecento.
A partire dal 1992 le difficoltà economiche si fanno via via sempre più pressanti e gli organizzatori decidono di chiedere un aiuto all’ing. Luigi Lacchini, già sostenitore appassionato di molte iniziative musicali della città. È da quest’anno che Lacchini sostiene Spazionovecento, e tuttora il suo sostegno economico è di fondamentale importanza per la realizzazione della rassegna. Inoltre sempre nel 1992 una grave malattia, affrontata con grande coraggio ma con esito infausto, portava via Mariagrazia Bertocchi al ‘suo’ Spazionovecento, che proseguì grazie all’affettuoso e costante impegno di Wim Janssen in anni sempre più difficili.
Questi eventi portarono sostanziali cambiamenti nell’organigramma di Spazionovecento. Lacchini entrò a pieno titolo nel consiglio direttivo assumendo la carica di presidente, mentre a Wim Janssen si affiancarono Carlo Torresani (che ha presto dovuto abbandonare l’impegno perché chiamato al Teatro alla Scala in qualità di responsabile dell’ufficio promozione) e chi scrive.
Naturalmente mi è difficile dare un giudizio su ciò che è avvenuto in questi anni, essendo a tutti gli effetti parte in causa. Mi limito a riferire le intenzioni che hanno guidato Wim Janssen e me nel proseguire l’attività di Spazionovecento. Il Gruppo Musica Insieme è diventato sempre meno gruppo di esecuzione, anche se un nucleo di esecutori particolarmente affiatato ha proseguito l’attività concertistica in un periodo di crisi di tutti gli ensembles italiani nati numerosi negli anni Settanta. È continuata però l’attività organizzativa, nel solco della tradizione segnata dalle edizioni storiche: mescolanza di musiche nuove e di repertorio, ospitalità a gruppi o solisti, proposte innovative. Si è cercato il più possibile di avviare collegamenti con altre realtà: per tre anni sono stati invitati i pianisti vincitori del Premio Micheli (Gianluca Cascioli, Aleksandar Madžar e Roberto Prosseda); tra il 1995 e il ’99 si è avviata la collaborazione con un altro festival di musica contemporanea, DiNuovo Musica di Reggio Emilia, portando a Cremona gruppi di grande nome quale i Neue Vocalsolisten, il Klangforum Wien, la Gustav Mahler Jugendorchester, l’Orchestra Toscanini con Massimiliano Damerini, e realizzando la produzione del Cerchio tagliato dei suoni, un brano di Salvatore Sciarrino con il coinvolgimento di un centinaio di giovani flautisti.
Nel 1994 si è attuata una collaborazione con la Facoltà di Musicologia realizzando un convegno sulla musica americana che ha richiamato a Cremona musicologi da tutto il mondo ed è sfociata nella pubblicazione di un libro. Collaborazioni sono state avviate anche con il Coro Polifonico Cremonese (musiche di Ives e di Stravinskij). Per alcuni anni la strategia del presidente Lacchini è stata quella di tentare il lancio di Spazionovecento in una dimensione nuova, trasformandolo in una stagione concertistica non più strettamente legata al contemporaneo: si sono così affiancati concerti più tradizionali nel tentativo di agganciare un pubblico più ampio, e di pari passo si è anche tentato di dare un taglio più trasversale alla manifestazione. Troviamo perciò i concerti dell’Accademia Bizantina e dell’Orchestra da Camera Italiana diretta da Accardo accanto al Kronos Quartet e alla Theaterorchestra di Moni Ovadia.
Ma la strategia di ampliamento del pubblico non ha avuto successo: per molte ragioni Spazionovecento è stato vissuto sempre come un festival di nicchia e non è quindi riuscito ad aggregare un pubblico sostanzialmente diverso da quello dei tempi eroici di Santa Maria della Pietà.
Anche importanti iniziative come il concerto della “Toscanini” con la prima esecuzione a Cremona del Sacre di Stravinskij non hanno cambiato la sostanza delle cose: fatto sta che nel 2000 l’ing. Lacchini ha lasciato la presidenza, pur continuando a dare il proprio fondamentale sostegno economico all’iniziativa.
Si è tentato di avviare collaborazioni col teatro in modo da ottimizzare i costi e gli sforzi organizzativi, ma la proposta non è andata a buon fine: Spazionovecento è rimasto un piccolo festival con un piccolo pubblico, tornando nella propria nicchia; la scelta non è stata facile, ma si è deciso di continuare, nella convinzione del valore e della indispensabile necessità di uno spazio di confronto con il nuovo, e sapendo che basta un attimo a spegnere un fuoco, ma riaccenderlo è cosa di anni.
Sono proseguite le collaborazioni con altre realtà, cremonesi o limitrofe, in particolare la partecipazione (con i conservatori di Parma e Mantova e la Facoltà di Musicologia) al seminario di Helmut Lachenmann (con il Quatuor Diotima), la collaborazione con la Triennale (concerti di musica d’oggi su strumenti della liuteria classica), le collaborazioni col Coro Polifonico Cremonese. Dal 2006 si è inoltre avviata una partnership con il Dedalo Ensemble di Brescia per uno scambio delle rispettive produzioni.
Nei limiti imposti da un budget comunque limitato abbiamo cercato di proporre sempre musicisti di valore e programmi interessanti, alternando musiche contemporanee e della tradizione secondo quella che era l’impostazione storica del gruppo. Tra i musicisti ospiti di questi anni ricordiamo gli ensembles Nuove Sincronie, Icarus, Ex Novo, Castiglioni (poi “Risognanze”), Musica d’Insieme (con Yoichi Sugiyama), Harry Sparnaay e il Farben Ensemble, il Trio Matisse e il Trio Edison, solisti quali Emanuele Arciuli, Massimiliano Damerini, Ruggero Laganà, i duo Canino-Ballista e Bellocchio-Redaelli, Ottavia Piccolo, Alessandro de Curtis, Mario Caroli e l’Ensemble Cimarrón, Corrado Rojac, Diego Chenna, Roberta Gottardi. Il Gruppo Musica Insieme ha proseguito la propria attività esecutiva, e con particolare piacere ricordiamo il programma attorno ai Lieder di Wolf (con Stravinskij, Manca e Vacchi), il concerto di ‘musiche comiche’ con la partecipazione di Gianni Celati, il programma americano da Ives a Crumb.