Spazionovecento 2019
XL edizione
Sala della Camerata di Cremona, 4 maggio 2019, ore 18
da Berlino agli USA (via Cile)
Andrea Rebaudengo, pianoforte
Frederic Rzewski (*1938) |
The People United Will Never Be Defeated! 36 Variazioni su ¡El pueblo unido jamás será vencido! (1975) |
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Thema: With determination Var. 1 Weaving: delicate but firm Var. 2 With firmness Var. 3 With expressive nuances Var.4 Marcato Var. 5 Var. 6 Same tempo as beginning Var. 7 Lightly, impatiently Var. 8 With agility; crisp Var. 9 Evenly Var. 10 Comodo, recklessly Var. 11 Like fragments of an absent melody Var. 12 Var. 13 Var. 14 A bit faster, optimistically Var. 15 Flexible, like an improvisation Var. 16 With fluctuations; much pedal Var. 17 Var. 18 |
Var. 19 With energy Var. 20 Crisp, precise Var. 21 Relentless, uncompromising Var. 22 Very expressionate Var. 23 As fast as possible Var. 24 Var. 25 With fluctuations Var. 26 In a militant manner Var. 27 Tenderly Var. 28 Var. 29 Var. 30 Var. 31 Var. 32 Var. 33 Var. 34 Var. 35 Var. 36 Cadenza (Improvisation) Thema Tempo l* |
Rzewski compose le variazioni su El pueblo unido fra il settembre e l’ottobre 1975, dichiarandolo
un tributo alla lotta del popolo cileno contro la dittatura di Pinochet. La canzone originale, scritta da
Sergio Ortega per il gruppo Quilapayún, divenne un simbolo della resistenza contro la dittatura e
portata al successo mondiale dagli Inti Illimani. L’opera di Rzewski, che chiaramente ha come
modello grandi cicli di variazioni come le Goldberg di Bach o le Diabelli di Beethoven, parte
dall’idea di prendere un tema semplice per sottoporlo a procedimenti variativi di grande
complessità che conducono l’ascoltatore in territori assai lontani dal punto di partenza. Nel corso
delle variazioni il discorso musicale contiene riferimenti ad altre lotte condotte da movimenti di
sinistra: vi sono ad esempio citazioni di Bandiera rossa (alla fine della variazione n. 13) e del
Solidaritätslied di Brecht-Eisler (variazione n. 26).
La composizione fu eseguita per la prima volta a New York dalla pianista Ursula Oppens che
l’aveva commissionata: il disco che ne fu tratto fu nominato “Record of the year” per il 1979 dalla
rivista Record World e ricevette una nomination per il Grammy Award.
Le variazioni sono trentasei, come le battute della canzone originale, e sono raggruppate in sei
gruppi di sei, attraversando diversi stili, dal linguaggio tradizionale al contemporaneo. La tecnica
pianistica richiesta è altamente virtuosistica, sia in senso tradizionale sia nel senso di
padroneggiare tecniche non convenzionali e più tipiche dell’avanguardia: nell’esecuzione del brano
è richiesto, fra l’altro, di fischiare, sbattere il coperchio del pianoforte e usare come armonici le
vibrazioni che seguono un attacco nel forte. Dopo la trentaseiesima variazione vi è spazio per una
cadenza in cui il pianista può improvvisare. La variazione finale è una semplice riesposizione del
tema originario, che a questo punto acquista un nuovo significato dopo il lungo percorso delle
variazioni.
Andrea Rebaudengo è nato a Pesaro nel 1972. Ha studiato pianoforte con Paolo Bordoni, Lazar
Berman, Alexander Lonquich, Andrzej Jasinsky e composizione con Danilo Lorenzini. Ha vinto il
primo premio al Concorso Pianistico Internazionale di Pescara nel 1998, il terzo premio al
Concorso “Robert Schumann” di Zwickau nel 2000 e al Premio Venezia 1993.
Ha suonato per le più importanti istituzioni concertistiche italiane e nel mondo, partecipando a
progetti che lo coinvolgono anche come musicista jazz e improvvisatore.
È il pianista dell’ensemble Sentieri Selvaggi e suona in duo con Cristina Zavalloni, con la violista
Danusha Waskiewicz e in duo pianistico con Emanuele Arciuli.
Come solista incide per Bottega Discantica (“All’aria aperta”), con Cristina Zavalloni per Egea
(“Tilim-bom”), con Sentieri Selvaggi per Cantaloupe Records (“Child”, “ACDC”, “Zingiber”), con
l’Altus Trio per Limen. Insegna al Conservatorio di musica di Castelfranco Veneto.